domenica 3 gennaio 2010

Di lei hanno detto...





Non appena ebbe finito di cesellare questa nuova tecnica di danza e questo nuovo metodo di studio, Balanchine diede missione a Suki di diffonderla nel mondo della danza classica… In tema di insegnamento, nessuno è stato vicino a Balanchine quanto Suki Schorer. Per usare le parole di Shakespeare, realizzavano l’unione suprema di due nobili spiriti… Suki era e resta una depositaria unica della sua tecnica e del modo di insegnarla. Con questo libro, così come con le sue lezioni, contribuisce all’apertura della successione di Balanchine.
Violette Verdy, ex Direttrice dell’Opéra di Parigi ed étoile internazionale
Bloomington, Indiana, giugno 2008


Suki Schorer è un’insegnante meravigliosa… con il suo modo di porgersi molto solare, con l’incredibile calore che emana dalle sue dimostrazioni dei passi, piene e coinvolgenti, riesce a trasmettere in maniera diretta non solo il senso dell’insegnamento di Balanchine ma anche una carica di energia straordinaria… 
Frédéric Oliviéri, Direttore della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala
Milano, giugno 08




Suki Schorer è una grandissima insegnante, ne ho fatto io stessa l’esperienza all’epoca in cui ancora danzavo… Dà ad ogni allievo la responsabilità del proprio studio e i suoi esercizi coniugano impegno fisico e musicalità estrema.
Elisabeth Platel, Direttrice dell’École de Danse de l’Opéra National de Paris
Paris, dicembre 09





Suki Schorer e la tecnica Balanchine è un libro importante : non si può insegnare il talento ma il talento ha bisogno della tecnica per esprimersi.
Alessandra Ferri, étoile internazionale
Milano, dicembre 09
 







Un immenso lavoro di intelligenza e di amore… Brava!
Jacques D’Amboise, étoile del New York City Ballet
New York, 1999



Suoi allievi:
Maria Calegari, Leslie Browne, Nichol Hlinka, Wendy Whelan, Jennie Somogyi, Peter Boal, Albert Evans, Ashley Bouder e Lourdes Lopez e tanti altri famosissimi danzatori étoile 


Bibliografia su Suki Schorer

Ballet technique - 2010

venerdì 1 gennaio 2010

La Tecnica Balanchine


Metodo Balanchine
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Metodo Balanchine è una tecnica del balletto sviluppata dal coreografo George Balanchine, uno dei creatori della cosiddetta danza neoclassica. Questa tecnica veniva usata nella compagnia da lui creata insieme a Lincoln Kirstein, il New York City Ballet, e alla School of American Ballet[1], la scuola da lui appositamente istituita allo scopo di formare danzatori con le qualità di musicalità, velocità, dinamica e purezza di linee necessarie ad interpretare i suoi balletti [2]. Più che un metodo di insegnamento vero e proprio dedicato alla formazione dei giovani allievi, come ad esempio il Metodo Vaganova, risponde a particolari esigenze tecniche e stilistiche derivanti dall'estetica balanchiniana, e si rivolge quindi esclusivamente al danzatore professionista o comunque di livello avanzato. Dopo la morte di Balanchine, avvenuta nel 1983, la sua tecnica ha continuato a diffondersi in tutto il mondo.

Principi ispiratori

Questa particolare tecnica obbedisce a principi ispiratori evidenti nelle coreografie di Balanchine:

  • musicalità assoluta: lo spettatore deve, secondo le parole stesse di Balanchine, poter vedere la musica e ascoltare la danza. Per affinare la musicalità del danzatore, viene curato in modo estremo, durante la lezione, il rispetto sia dei tempi che del fraseggio particolare interno ad ogni tipo di movimento. Inoltre, gli esercizi sono strutturati su conteggi anomali (in cinque, in sei, in nove tempi). La maggior parte dei movimenti di apertura e chiusura della gamba, anche ad altezza elevata, vengono studiati con l'apertura sul levare e non sul battere. Cit.: Cerchiamo nella misura del possibile, di nuotare nel tempo. La musica è tempo - La coreografia esiste solo in quanto risultato della musica.
  • autonomia della danza da qualsiasi struttura narrativa: la danza basta a se stessa. Non sono necessarie trame, ed è da evitare qualsiasi sentimentalismo interpretativo. Cit.:La danza classica non deve illustrare alcunché - Ho un approccio letterario solo con la letteratura - Non mi interessano i danzatori che vogliono far sfoggio di sentimentalismo.
  • priorità della dinamica del passo sul disegno statico delle pose: prevale l'energia, il movimento. Ne deriva spesso una dinamica orizzontale dei passi, profondi e fluidi, tutti uniti da un ricco, generoso, succoso (in inglese juicy) plié. Questo dinamismo viene spesso collegato dallo stesso Balanchine all'indole stessa degli Americani, con i quali egli si sentiva in grande sintonia. Diceva Balanchine: Non siate tirchi con il vostro plié! In genere, i passi con spostamento vengono eseguiti cercando di coprire il massimo spazio possibile, a meno che avendo un ruolo solo ritmico, siano ridotti invece ai minimi termini, quasi piccole cesellature musicali (ad esempio il pas de bourrée o la glissade possono assumere forme diversissime: ampissime o minutissime). Vi è spesso un'esasperazione dei contrasti di qualità del movimento, spinti all'estremo: ampio o minuto, alto o basso, rallentato o veloce, scattante o morbido, piccolo o ampio. Vi è una chiara ispirazione tratta dal jazz e dalla danza di carattere.La velocità dei passi, specie quelli sulle punte o del petit allégro, raggiunge spesso livelli al limite dell'inattuabilità. Cit.: La danza classica è vita, è movimento.
  • enfasi sul rispetto delle linee geometriche e della simmetria del corpo negli orientamenti, e nei movimenti degli arti. Gambe e braccia devono muoversi su traiettorie tracciate precisamente a partire dalla linea centrale del corpo (asse verticale). La quarta e la quinta posizione, e in genere gli épaulements, risultano quindi incrociati molto profondamente.L'en-dehors deve essere sempre spinto al suo massimo; la pulizia e la compattezza della quinta posizione sono fondamentali. Questa precisa geometria non scade nella rigidezza, grazie alla grande morbidezza del collo e della testa. Le pirouettes vengono preferibilmente eseguite partendo da una profonda quarta posizione con la gamba dietro tesa e con le braccia molto raccolte e morbide, e puntando lo sguardo sempre sul pubblico. La precisione delle direzioni e delle linee formate dal corpo è evidenziata sia negli esercizi che nelle coreografie di Balanchine da frequenti e inattesi cambi di direzione angolari del movimento (da una diagonale all'altra).Cit. : Il nostro stile è uno stile pulito - Quando invecchi, senti il bisogno di vedere le cose pure e lineari.
  • valorizzazione di ogni parte del corpo: animazione delle braccia, con uso di gomiti, polsi e mani, in maniera molto articolata, ed evidenziazione di ogni dito della mano; cura della vivacità dello sguardo, della morbidezza della linea del collo e più in generale, della vitalità di tutta la parte alta del corpo. Affinamento dettagliatissimo di ogni movenza del piede (specie nei movimenti di partenza e arrivo, e in quelli di passaggio, spesso trascurati. Il bacino assume una sua rilevanza inusuale, secondo la tecnica classica tradizionale, perché diventa un motore di spinta del passo nei tombé, nei décalé[3], nei piqué, e in certe coreografie viene evidenziato in modo autonomo (come in Rubies di Jewels o in The Four Temperaments). Cit.:La danza non è che il corpo al suo massimo.
  • importanza predominante dell'impatto del passo sullo spettatore: non si tratta di spettacolarità per l'uso di virtuosismi tecnici o di acrobazie da circo, ma piuttosto di una costante forza espressiva e di un irradiamento del danzatore, tramite la qualità incisiva delle sue movenze. Cit.: Siamo gente di spettacolo - L'elemento sorpresa è importante.


Elementi tecnici peculiari

Diversi particolari tecnici basilari sono stati rivisitati, e costituiscono oggetto di esercizi specifici, ribaditi in ogni forma:

  • LA POSTURA: la postura generale del corpo è molto eretta, a prescindere dall'altezza raggiunta dalle gambe, e il peso del corpo è portato molto in avanti, e distribuito sugli avampiedi, in modo che i talloni rimangano leggeri. Il danzatore è sempre pronto a muoversi all'istante, vigile e sospeso come un pugile nel ring[4] [5].
  • L'APERTURA DELL'ANCA NEI MOVIMENTI DELLA GAMBA ALL'INDIETRO: In tutti movimenti della gamba all'indietro (battement tendu, jeté, grand battement, arabesque, attitude ecc..) l'anca corrispondente viene lasciata libera di aprirsi in modo da raggiungere il massimo en dehors possibile di quella gamba, mantenendo tuttavia rigorosamente la "quadratura" dell'anca portante. Questo particolare contribuisce alla particolare linea svettante e dinamica dell'arabesque: corpo molto eretto e anca corrispondente alla gamba dietro molto aperta [6].
  • L'USO DEL TALLONE NEL PLIE': un particolare che colpisce l'attenzione dell'osservatore di una lezione-tipo è l'abolizione del principio tradizionale per cui il tallone debba sempre restare pienamente poggiato a terra nei demi-pliés [7]. Per Balanchine, in realtà, il tallone poggia a terra, ma non vi si sofferma, in quanto il plié è concepito in modo molto dinamico, come un accorgimento per accumulare la massima energia necessaria per il passo che segue, come una vera e propria spinta contro il suolo, che non deve quindi fermarsi in alcuna sua fase. Far riposare il tallone al suolo, secondo Balanchine, equivale ad un arresto, seppure breve, del movimento. Così come il respiro anima la vita, il plié anima la danza, e non può fermarsi. Conseguentemente, a seconda della sua particolare conformazione fisica e precisamente in caso di scarsa elasticità e lunghezza dei tendini e della muscolatura posteriore della gamba, il singolo danzatore potrà preferire non appoggiare per niente il tallone ed eseguire il plié come una spinta rapida contro il suolo che coinvolga tutte le articolazioni della gamba, ma non comporti necessariamente anche un pieno contatto al suolo del tallone.
  • LE PUNTE: Balanchine ha anche rielaborato l'intera tecnica delle punte. Appassionato dalle punte sin dalla sua prima giovinezza, ha raffinato ogni dettaglio del loro uso, in modo da evitare tutte i possibili inconvenienti estetici (compreso il rumore spesso provocato dalla discesa a terra dalla punta) derivanti dalla particolare struttura rigida della scarpetta. Per questo, seguendo il metodo Balanchine, si sale sulle punte e se ne discende senza saltelli o scatti, come se si trattasse di un relevé sulla mezza punta. In sostanza, le dita del piede non si spostano nella salita, restando là dove si trovavano quando l'intera pianta del piede era a terra. Da ciò deriva ad esempio una seconda posizione sulle punte più ampia di quella di altri metodi. Per quanto riguarda la discesa dalla punta, non si lascia cadere il piede per la forza di gravità, ma lo si srotola attivamente, sempre senza saltello o scatto e senza spostare l'ubicazione delle dita del piede. In alcune posizioni saranno necessari aggiustamenti (quinta e quarta posizione) per la necessità di stringere l'incrocio delle gambe, e, alla discesa, di distanziarle di nuovo leggermente. Sia il relevé sulle punte che la discesa dalle stesse, e persino il movimento di piqué sulla punta, avvengono mediante una completa articolazione di tutte le giunture del piede, in modo morbido ed ininterrotto, senza alcun passaggio brusco. L'idea è quella di ottenere un movimento che sembri del tutto naturale e fluido, ma al tempo stesso molto sofisticato.
  • L'ATTERRAGGIO NEI SALTI: lo stesso concetto ispira il modo di atterrare dai salti. Si trattiene il peso del corpo e si ammortizza la discesa con caviglie e ginocchia, atterrando come una mamma uccellino che scenda sulle sue uova [8],prima ancora che i talloni tocchino terra, con una completa articolazione dei piedi.


Insegnamento

Il Metodo Balanchine è insegnato alla School of American Ballet, l'Accademia ufficiale del New York City Ballet e in molte altre scuole e compagnie degli Stati Uniti, grazie all'opera di diffusione degli ex ballerini di Balanchine (Miami City Ballet diretta da Ed Villella [9], Ballet Chicago Studio Company diretta da Daniel Duell [10], Suzanne Farrell Ballet di Washington [11], Pacific Northwest Ballet di Seattle, diretta da Peter Boal [12]). Violette Verdy, Merrill Ashley, Patricia Neary, Patricia Wilde, Jillana, Nanette Glushak, Barbara Walczak, Una Kai e Jacques D'Amboise, fra tanti altri, proseguono la diffusione del metodo in tutto il mondo.

Sull'argomento, Suki Schorer, che è stata scelta da Balanchine come sua assistente, e che lo ha aiutato nella sua attività didattica per circa ventiquattro anni, ha scritto un esauriente trattato Suki Schorer e la tecnica Balanchine edito da Gremese [13].


Bibliografia

* Great Ballets, George Balanchine, Doubleday, 1954
* Dancing for Balanchine , Merrill Ashley, E.P. Dutton inc., New York, 1984
* Balanchine, a biography, Bernard Taper,Times Books, 1984
* But first a school, Jennifer Dunning, Viking, 1985
* Balanchine-Ciaikovskij Conversazioni con George Balanchine, Solomon Volkov, Di Giacomo editore, 1993
* Balanchine the teacher, Barbara Walczak, Una Kai, University Press of Florida, 2008
* Suki Schorer e la tecnica Balanchine - Gremese editore, 2009
* Balanchine Essays - Serie di nove video della Nonesuch productions in cui vengono analizzati sistematicamente gli elementi della tecnica Balanchine da Suki Schorer, Merrill Ashley e da danzatori del New York City Ballet [14]
* Antonina Tumkovsky - 50 years at the School of American Ballet video girato alla School of American Ballet
*Alla scoperta del balletto con la School of American Ballet - Gremese 2010

Note

1. Sito della School of American Ballet
2. But first a school, Jennifer Dunning, Viking 1985
3. Discussione sul metodo Balanchine
4. Balanchine, the teacher, B.Walczack, Una Kai, UPF pag. 246
5. Suki Schorer e la Tecnica Balanchine pp.40,42,53
6. Balanchine Essays - Arabesque - Nonesuch vhs
7. Suki Schorer e la Tecnica Balanchine pp.61,380
8. Suki Schorer e la Tecnica Balanchine p.290
9. Miami City Ballet
10.Ballet Chicago
11. Suzanne Farrell Ballet
12. Pacific Northwest Ballet
13. Suki Schorer e la Tecnica Balanchine
14. Filmografia su Balanchine

Links

*Articolo Balanchine's teaching legacy
*Libro Suki Schorer e la Tecnica Balanchine
*Articolo Esthetic utilitarianism and the Balanchine style's





Una grande insegnante di danza al lavoro



La lezione di Suki Schorer






Chi aspetta l'incontro con la famosa assistente americana del grande genio della danza Balanchine, resta in un primo tempo sorpreso nel trovarsi di fronte una fragile signora, minuta come un uccellino e biondissima. Ma in pochi minuti, Suki Schorer rivela un polso di ferro e quella presenza irradiante che le permise di imporsi e di dare lezione, poco più che ventenne, ai suoi stessi colleghi più anziani del New York City Ballet, su incarico dello stesso Balanchine.

Vedere Suki al lavoro è un’esperienza affascinante: vivacissima, sembra essere contemporaneamente in ogni punto della sala, intenta a dare ad ognuno una correzione, un incoraggiamento, a raddrizzare il busto dell’uno e i piedi dell’altro, con tocco autorevole ed affettuoso. Non ammette compromessi: se mancano le qualità necessarie, ferma il pianista e fa ricominciare tutto da capo.

Sulla qualità non si transige, e Suki Schorer mostra di insegnare per una sua profonda missione. Ma ridere è permesso: le correzioni, espresse in un colorito miscuglio di lingue, sono rivolte in senso positivo, con allegria, come un semplice ma fermo invito a migliorare. Con la sua dedizione, ti convince a credere in te stesso, e così facendo, ti spinge al tuo massimo con entusiasmo. Le spiegazioni sono corte e, come il suo Maestro Balanchine, fa sempre uso di immagini mentali e metafore bizzarre, che però colpiscono l’immaginazione : “Queste braccia sono ali di pollo morto”, “Colpisci il suolo con il piede come se ci fosse il viso di una persona che non puoi sopportare”, il tutto mimando lei stessa in modo buffo gli atteggiamenti ed i movimenti da evitare.

Nella sua lezione si sviluppa un’atmosfera di intensa concentrazione, che si rompe a tratti per una bella risata.

Ho avuto occasione di vedere Suki Schorer affrontare classi di ragazze intimidite, e animarle poco a poco, con la sua energia, di uno spirito di danza che ha mutato completamente il loro stato d’animo e il loro aspetto, nello spazio di poche ore.

L'animo del Maestro è ancora vivo in lei, e la sua profonda convinzione nella realizzabilità della sua idea del Bello, riesce a contagiare tutti i presenti!

Sferaviola







Ballo d'inverno della SAB 2009